Vi racconto una storia...
«Era il novembre del 1980. Ero stata per due anni la Signora del Borgo delle Rane e mi ero innamorata di tutta l’atmosfera degli eventi di folclore legati al Palio e alla sfilata storica della città di Alba durante la Fiera del Tartufo.
Sapevo che un tempo esisteva anche il Borgo di San Lorenzo, ma si era sciolto alla fine degli anni Sessanta e mi domandavo come mai nessuno lo avesse voluto rifondare.
I colori bianco e blu erano troppo belli per non sventolare nelle vie di Alba e quelle vie troppo cariche di storia per non essere celebrate pensai....
Provai a chiedere notizie ai personaggi noti in città che avevano costituito l'ultimo nucleo di borghigiani, ricevendo tante porte in faccia: "il Borgo di San Lorenzo è morto e sepolto!". Queste risposte scontrose mi resero ancora più caparbia. Con mio marito Enzo e alcuni amici, tra i quali alcuni sono ancora al mio fianco, formammo il nuovo comitato.
L'unico che ci aiutó fu Don Valentino, che allora era il parroco del Duomo. Pian piano abbiamo ricostituito il borgo, cercando di ricomporre i cocci e di ricucire i costumi, andando a caccia dello stendardo e delle bandiere; queste ultime le trovammo murate nella canonica del Duomo.
Poco dopo la fondazione abbiamo aperto una piccola sede in via Maestra, ben diversa da quella attuale in via Mandelli, con i grandi armadi ricolmi di abiti, velluti e damaschi e gli scaffali con montagne di scatole impilate piene di accessori, cimeli e ricordi.. Ma noi ne eravamo orgogliosissimi.
La sera dell’inaugurazione mi telefonò don Valentino per dirmi che era arrivato un pacco per me: dentro c’era lo stendardo! Non ho mai saputo come riuscì a recuperarlo... mi disse che era un regalo della Divina Provvidenza.
Il Borgo San Lorenzo ricominció così a partecipare al Palio nel 1981, con lo scudo girato a rovescio per sottomissione. Ero l'unico presidente donna e non ho avuto affatto vita facile. Tutti quegli uomini non me ne facevano passare una. È stata dura, ma me la sono cavata con la testardaggine e la diplomazia che agli uomini mancano e forse ho spianato la strada alle altre. (Oggi infatti siamo ben 6 presidenti donne su nove borghi albesi!). Nel febbraio del 1984 fondammo anche il gruppo degli sbandieratori con una decina di giovanissimi ragazzi scalmanati che frequentavano l'oratorio del Duomo. Tanti di loro li ho visti crescere: Gef, Cristiano, Carmine, Sergio sono ancora in Borgo con le loro famiglie. Ma anche chi ha lasciato sono certa che conserva un po' di bianco e blu in fondo al cuore e fa il tifo per noi quando ci vede sfilare...!
Da lì è cominciata questa avventura: un grosso impegno, ma anche una grandissima soddisfazione.
Una volta andavo ad Asti per prendere spunti, oggi sono gli astigiani che vengono da noi. Siamo molto esigenti sui dettagli e le nostre rappresentazioni sono davvero avvincenti grazie al lavoro di tutti i borghigiani. Far parte del Borgo di San Lorenzo significa far parte di una famiglia: lo stare insieme, giovani e anziani e di condividere esperienze e traguardi comuni. L’umanità e la coesione sono la nostra forza. In ciò che amo c’è anche la possibilità che ho ancora d’imparare. Anche se mi considero una brava cuoca, per esempio, quando il comitato si riunisce in cucina, c’è sempre qualcosa che non so. Si apprende anche in sartoria e negli allestimenti scenografici, come da nessuna altra parte, l’arte di arrangiarsi e la capacità di vedere sempre il lato positivo. Sono circondata da gente meravigliosa: la nostra amicizia nasce dalle occasioni della vita, ma è diventata sentimento irrinunciabile e indissolubile grazie all'incanto delle grandi emozioni condivise insieme.>>
Sapevo che un tempo esisteva anche il Borgo di San Lorenzo, ma si era sciolto alla fine degli anni Sessanta e mi domandavo come mai nessuno lo avesse voluto rifondare.
I colori bianco e blu erano troppo belli per non sventolare nelle vie di Alba e quelle vie troppo cariche di storia per non essere celebrate pensai....
Provai a chiedere notizie ai personaggi noti in città che avevano costituito l'ultimo nucleo di borghigiani, ricevendo tante porte in faccia: "il Borgo di San Lorenzo è morto e sepolto!". Queste risposte scontrose mi resero ancora più caparbia. Con mio marito Enzo e alcuni amici, tra i quali alcuni sono ancora al mio fianco, formammo il nuovo comitato.
L'unico che ci aiutó fu Don Valentino, che allora era il parroco del Duomo. Pian piano abbiamo ricostituito il borgo, cercando di ricomporre i cocci e di ricucire i costumi, andando a caccia dello stendardo e delle bandiere; queste ultime le trovammo murate nella canonica del Duomo.
Poco dopo la fondazione abbiamo aperto una piccola sede in via Maestra, ben diversa da quella attuale in via Mandelli, con i grandi armadi ricolmi di abiti, velluti e damaschi e gli scaffali con montagne di scatole impilate piene di accessori, cimeli e ricordi.. Ma noi ne eravamo orgogliosissimi.
La sera dell’inaugurazione mi telefonò don Valentino per dirmi che era arrivato un pacco per me: dentro c’era lo stendardo! Non ho mai saputo come riuscì a recuperarlo... mi disse che era un regalo della Divina Provvidenza.
Il Borgo San Lorenzo ricominció così a partecipare al Palio nel 1981, con lo scudo girato a rovescio per sottomissione. Ero l'unico presidente donna e non ho avuto affatto vita facile. Tutti quegli uomini non me ne facevano passare una. È stata dura, ma me la sono cavata con la testardaggine e la diplomazia che agli uomini mancano e forse ho spianato la strada alle altre. (Oggi infatti siamo ben 6 presidenti donne su nove borghi albesi!). Nel febbraio del 1984 fondammo anche il gruppo degli sbandieratori con una decina di giovanissimi ragazzi scalmanati che frequentavano l'oratorio del Duomo. Tanti di loro li ho visti crescere: Gef, Cristiano, Carmine, Sergio sono ancora in Borgo con le loro famiglie. Ma anche chi ha lasciato sono certa che conserva un po' di bianco e blu in fondo al cuore e fa il tifo per noi quando ci vede sfilare...!
Da lì è cominciata questa avventura: un grosso impegno, ma anche una grandissima soddisfazione.
Una volta andavo ad Asti per prendere spunti, oggi sono gli astigiani che vengono da noi. Siamo molto esigenti sui dettagli e le nostre rappresentazioni sono davvero avvincenti grazie al lavoro di tutti i borghigiani. Far parte del Borgo di San Lorenzo significa far parte di una famiglia: lo stare insieme, giovani e anziani e di condividere esperienze e traguardi comuni. L’umanità e la coesione sono la nostra forza. In ciò che amo c’è anche la possibilità che ho ancora d’imparare. Anche se mi considero una brava cuoca, per esempio, quando il comitato si riunisce in cucina, c’è sempre qualcosa che non so. Si apprende anche in sartoria e negli allestimenti scenografici, come da nessuna altra parte, l’arte di arrangiarsi e la capacità di vedere sempre il lato positivo. Sono circondata da gente meravigliosa: la nostra amicizia nasce dalle occasioni della vita, ma è diventata sentimento irrinunciabile e indissolubile grazie all'incanto delle grandi emozioni condivise insieme.>>
Grazie INES !
Negli anni trascorsi alla guida del gruppo la Presidente Ines Manissero ha ricevuto molti riconoscimenti, tra i quali a Novembre 2017 è stata nominata "MEMBRO D'ONORE" con una delibera straordinaria del Consiglio d'amministrazione dell'Associazione Internazionale Saint-Roch de Montpellier.
Titolo riservato al momento a sole due persone nel mondo, a Ines Manissero e a Leoluca Orlando.
Titolo riservato al momento a sole due persone nel mondo, a Ines Manissero e a Leoluca Orlando.
- Compagnia Sbandieratori e Musici Borgo San Lorenzo di ALBA - [email protected] -